Federlizia, la tizia della notizia

1.13.2006

Scoperto l'assassino del «primo uomo»

Paleontologi sudafricani hanno individuato chi uccise tre milioni di anni fa «il bambino Taung», il più antico progenitore dell'uomo.

Un immagine del fossile che ha permesso la scoperta. Le frecce indicano le vestigia delle profonde ferite inferte dagli artigli dell'aquila (da Internet)
JOHANNESBURG - Il più antico progenitore della razza umana, vissuto dai due ai tre milioni di anni fa, i cui resti furono scoperti circa ottanta anni orsono, fu ucciso dall'attacco di un'aquila africana. Lo ha stabilito uno studio condotta dal professore americano Lee Berger, uno dei più famosi specialisti di paleontologia al mondo e ordinario della Wits University di Johannesburg. Questo studio è stato approvato dalla comunità scientifica sulla famosa rivista antropologica The American Journal of Physical Anthropology.
MISTERO - Il mistero di come fosse stato ucciso questo antico progenitore, chiamato «Bambino Taung», perchè quando fu ucciso aveva solo tre anni e mezzo, è stato dibattuto per decenni dagli scienziati e adesso le nuove scoperte potrebbero gettare una nuova luce sulla teoria dell'evoluzione umana.
SCOPERTA - I fossili del corpo del bambino furono trovati nel 1924 dal professore Raymond Dart nel nordovest del Sudafrica: all'inzio gli esperti pensarono che l'autore del primo omicidio della storia fosse o un leopardo o un altro felino. Ma il bambino Taung, che era un membro della Australopithecus africanus, una specie bipede di nostri progenitori, fu invece attaccato e ucciso da un aquila africana perchè sul suo teschio sono ancora evidenti i segni del becco dell'uccello che, una volta colpita la testa del piccolo, lo uccise velocemente. Inoltre secondo lo studio si possono scorgere alcuni segni del volatile anche intorno agli occhi del progenitore: essi furono incisi dall'uccello nel momento in cui tirò fuori le pupille dagli occhi del bambino
TESI - Già dieci anni fa il professor Berger aveva presentato alla comunità scientifica una tesi simile per spiegare la morte del bambino Taung: le sue ricerche furono dibattute molto sulla stampa specialistica, ma gli studiosi non furono convinti dalle argomentazioni di Berger. Invece adesso, le spiegazioni più dettagliate e gli studi scientifici più elaborati sembrano dar ragione a Berger.
ASSASSINO - «E' la fine di un mistero duranto più di ottanta anni» dice soddisfatto il professor Berger. Abbiamo provato in via definitiva e dopo aver affrontato tutti i dubbi possibili, che l'aquila africana coronata fu l'assassina del bambino Taung. «Ciò dimostra che i nostri progenitori non si dovevano preoccupare solodei grandi animali che vivevano sulla terraferma, ma anche di questi predatori che vivevano nei cieli. Oggi invece la situazione si è capovolta: sono i predatori a preoccuparsi della rapacità degli esseri umani».