Federlizia, la tizia della notizia

1.12.2006

Libri in pelle umana negli atenei Usa


Per qualcuno sono una forma di «rispetto» all'importanza del libro

Scoperti alla Brown university, ma anche ad Harvard e in altre prestigiose istituzioni accademiche americane


WASHINGTON - La «pelle umana» forse non rivestirà davvero la poltrona del direttore intergalattico di fantozziana memoria ma qualche libro pare di sì. Per la precisione nelle biblioteche di alcune prestigiose università americane. Lo ha reso noto, ma sarebbe meglio dire «denunciato» l'agenzia Associated Press da Providence, capitale del Rhode Island e sede della Brown University, uno degli Atenei della cosiddetta Ivy League, i più storicamente celebri degli Stati Uniti.
ANATOMIA DENTRO E FUORI - Nella biblioteca della Brown, per esempio ci sarebbe un volume d'anatomia che non solo tratterebbe la materia ma «se ne rivestirebbe» pure. E non sarebbe l'unico caso. Volumi del genere sono presenti anche altrove. In genere i libri rilegati in pelle umana non sono accessibili al pubblico, ma solo agli studiosi. Secondo l'Associated Press, oltre che alla Brown, volumi in «verissima pelle» sarebbero custoditi tra gli scaffali di Harvard, del College of Physicians di Philadelphia e di altri Atenei. Spesso si tratta di libri di medicina, ma alla Cleveland Public Library c'è un Corano rilegato con la pelle di un suo proprietario, un leader tribale arabo, e alla Brown ci sono due copie de La Danza della Morte.
UNA FORMA DI OMAGGIO - L'esistenza dei volumi, di cui gli studiosi sono informati, ma che il pubblico in genere ignora, suscita un dibattito sull'eticità di tale presenza nelle biblioteche statunitensi. Un docente di bioetica dell'Università della Pennsylvania, Paul Wolpe, storicizza la questione e nota: «Questi non sono libri rilegati dai nazisti». Anzi, spesso la rilegatura in pelle umana sarebbe un segno di rispetto: ad esempio, i volumi di medicina sarebbero un omaggio ai cadaveri usati negli studi medici.
MEDICI E CADAVERI - In ogni caso, il motivo di questa curiosa copertura dei libri attinge al fattto che i volumi in questione risalgono per lo più ai secoli scorsi, quando le biblioteche private erano appannaggio di pochi privilegiati, tra cu dievrsi emdici che avevano accesso ai cadaveri per motivi di studio e quindi anche ai loro resti cutanei. Va detto però che in altri casi i bibliofili acquistavano la pelle di condannati a morte o di persone decedute in stato di indigenza.Non sarà un caso che almeno due dei volumi rilegati in pelle umana ritrovati dalla Associated Press siano due edizioni della «Danza della morte».
12 gennaio 2006